Il clima e i paesaggi marchigiani sono propizi per la coltivazione di vitigni a bacca bianca e nera: tra la vasta produzione, le Marche annoverano 16 vini DOC e 5 vini DOCG. Tra questi ultimi, la Vernaccia di Serrapetrona è stata la prima a ottenere la denominazione di origine controllata e garantita, oltre a essere l’unico rosso al mondo a sottostare a una triplice fermentazione.

I più celebri vini bianchi marchigiani
Tra i vitigni più amati, il Verdicchio ha sicuramente un ruolo da protagonista: il suo nome deriva dal colore dell’acino, che resta piuttosto verde anche quando è maturo. I vini che ne derivano hanno come caratteristica principale la longevità, anche se molto spesso è utilizzato anche nelle versioni più leggere, da pasto.
La Passerina è un altro vitigno tipico del territorio marchigiano, prevalentemente della zona di Ascoli Piceno: il vino Offida Passerina DOCG è tra i 5 ad aver ottenuto la denominazione. Si caratterizza per un gusto fruttato e floreale ed è perfetto per antipasti e primi di pesce, magari in riva al mare.
Anche il Pecorino presenta sapori fruttati e floreali: una delle sue particolarità gourmet è l’abbinamento speciale con il basilico. Cosa c’è di meglio che un piatto di pasta al pesto e un bicchiere di Pecorino? Consigliatissimo anche con i brodetti di pesce marchigiani.
Vini delle Marche: ecco i rossi!
Il Rosso Conero si produce, come dice il nome stesso, sulle dorsali del monte Conero, che si affaccia sul mar Adriatico.
È composto da Montepulciano in misura non inferiore all’85% e da Sangiovese per un massimo del 15%. Nei primi anni si abbina a carni bianche e formaggi poco stagionati, mentre andando avanti con l’invecchiamento, è ideale per carni rosse e selvaggina.
Invece, il Rosso Piceno comprende quattro tipologie di vino rosso: Rosso Piceno, Rosso Piceno novello, Rosso Piceno Sangiovese, Rosso Piceno Superiore, accomunate dal color rubino intenso, ma con profumi e sentori che spaziano dai frutti rossi alla liquirizia e al cacao.
Infine, la Lacrima di Morro d’Alba ha origine, appunto, nella zona di Ancona e Morro d’Alba.
Il suo nome particolare deriva dalla caratteristica degli acini di emettere goccioline (“lacrime”) alla maturazione. È ideale in accostamento con i salumi tipici marchigiani, formaggi, ma anche ragù.
D’altra parte, Giacomo Leopardi, marchigiano di Recanati, scrisse “Il vino è il più certo e (senza paragone) il più grande consolatore”. Chi siamo noi per contestarlo?
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